Qualche giorno fa ho visitato un’affascinante mostra dell’artista Pam Foley a St John’s College, Oxford. Foley, attiva come scultrice e insegnante da quasi 30 anni, ha sviluppato progetti profondamente personali come Routes of Sorrow. Ora questa mostra include una nuova sezione dedicata alla speranza. In questo post, vorrei condividere con voi tre opere che mi hanno particolarmente colpito.
Queste tre opere, sebbene diverse nella forma e nei materiali, ci invitano a riflettere su ciò che significa avere speranza in mezzo alla fragilità della vita. La speranza, come ci ricorda San Paolo, contiene una promessa che non delude perché fondata sull’amore che Dio ha per noi: “La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5,5).
Vediamo allora come l’arte può farsi veicolo di questa speranza che viene dal cielo.
Spiragli di Speranza

Questi tre vasi in ceramica rappresentano un dialogo tra forma e vuoto, fragilità e forza. Le crepe che attraversano la superficie non sono segni di rottura, ma simboli di vita. Come nel kintsugi, l’arte giapponese di riparare oggetti con l’oro, anche qui troviamo una metafora della redenzione: le nostre ferite possono diventare fonte di bellezza e grazia. Gesù stesso, dopo la resurrezione, mostra le sue piaghe come segno di un amore capace di vincere anche il buio della morte.
Ognuno di noi, nel proprio cammino di crescita, è chiamato a scavare spiragli nell’armatura che spesso indossiamo per difenderci dalla vita. Anche le ferite che la nostra storia potrà procurarci possono diventare feritoie per lasciare entrare la luce di cui abbiamo bisogno; quella luce che può venire solo aprendoci all’amore dell’Altro.
Una Speranza con i Piedi per Terra
Questa scultura in vetro ritrae una giovane figura in piedi con un'aria di tranquillità e sicurezza. Il vetro, con la sua fragilità e trasparenza, ci parla di una speranza che si affida completamente alla luce divina. Gesù ci invita a essere “la luce del mondo” (Mt 5,14), una luce che non si nasconde, ma che brilla attraverso di noi, proprio come questa figura trasmette la luce che la attraversa.
Allo stesso tempo, la fragilità del vetro ci ricorda che il nostro è ‘un tesoro in vasi di creta’ (2Cor 4, 7). Data la precarietà della nostra esistenza, essere resilienti significa essere ben piantati con i piedi per terra, come vediamo in questa scultura i cui piedi sono addirittura cementati sul terreno. Solo a partire da questo punto di vista semplice, onesto e genuinamente terreno, possiamo aprirci a quella forza che viene da Dio che sola può darci la forza di sperare nel cielo.
La Speranza Dietro al Muro
Questo pannello murale ci ricorda che la speranza può crescere anche nelle crepe della vita. Le piante che si insinuano tra i mattoni, le scritte colorate che emergono dalla texture ruvida, ci parlano di una gioia che non si lascia soffocare.
Anche nelle mura più desolate, la vita trova il modo di manifestarsi, così come la speranza trova spazio anche nei cuori più spezzati. A volte basta solo scalfire la superficie dei muri che ci separano dagli altri per trovare un accenno inedito di gioia <,che forse avevamo persino dimenticato di poter provare.
Conclusione: La Speranza che Trasforma
Queste opere ci ricordano che la speranza non è un sentimento superficiale, ma una forza trasformativa che ci invita a vedere la grazia nella nostra fragilità. Attraverso la bellezza dell’arte, siamo chiamati a contemplare la promessa di una redenzione che trasforma le nostre crepe e ombre in testimonianze di grazia e luce. E così, fiorisce la speranza.
Immagini di Giovanni Castellano.