Perché il film "Conclave” merita il vostro tempo
Anche se vi farà storcere il naso
L'adattamento cinematografico di Edward Berger del romanzo “Conclave” di Robert Harris del 2016 è un film da non perdere, anche se non per le ragioni che ci si potrebbe aspettare. Certo, il film vanta una grafica curata e un cast di tutto rispetto, ma ha anche scatenato critiche in quanto presenta un ritratto decisamente “woke” e persino anticattolico per un conclave. I critici hanno ragione? Forse. Ma prima di cancellarlo dalla vostra lista, lasciate che vi offra tre motivi per cui questo film vale ancora la pena di essere visto.
È uno spunto di conversazione
Ammettiamolo: è probabile che i vostri amici non cattolici abbiano già visto “Conclave”, così come hanno visto in massa “I due papi” qualche anno fa. Questi film suscitano impressioni che tendono a rimanere, nel bene e nel male. Se volete intraprendere conversazioni significative sulla fede, sulla Chiesa o anche su ciò su cui Hollywood sbaglia, la visione di questo film vi dà una marcia in più. Certo, le critiche alla Chiesa possono essere pungenti, ma essere informati ci aiuta a rispondere in modo ponderato piuttosto che stare semplicemente sulla difensiva. Nello spirito di San Domenico: predicate con coraggio, ma sempre con la comprensione di coloro a cui state parlando.
Gli studi sui personaggi eccellono
Sì, gli intrighi dei cardinali sono prevedibili, esagerati e a volte stancanti. Ma il cuore della storia sta nel modo in cui i personaggi affrontano la possibilità di diventare papa. Le loro paure, le loro ambizioni e i loro scheletri nell'armadio vengono a galla in modi profondamente umani. È un richiamo avvincente al peso della leadership e al mix di grazia e fragilità che caratterizza ognuno di noi.
Un passato fittizzio che non sarà più il nostro futuro
Uno dei momenti più sorprendenti (e datati) del film è il modo in cui i cardinali ignorano completamente le suore che servono loro i pasti e puliscono. È una critica visiva toccante del distacco gerarchico, ma sembra anche un'istantanea di una Chiesa che, si spera, stia scomparendo. Questo appare subito vero specialmente se lo si confronta con il Sinodo sulla sinodalità, dove laici, clero e religiosi hanno condiviso conversazioni significative sul futuro della Chiesa. Se il Conclave critica qualcosa, è il fantasma di una Chiesa passata, non quella che vediamo emergere oggi. Che siate favorevoli o meno a questi cambiamenti, vale la pena di riflettere su questo contrasto tra passato e futuro.
Conclusione
In breve, “Conclave” non è perfetto: è un prodotto per intrattenimento, non un documentario. Sì, a volte è “woke”, ma è anche un trampolino di lancio per il dialogo e l'introspezione. Mentre tornavo a casa dopo averlo visto, mi sono ritrovato a pregare con gratitudine. Il futuro cupo che immagina sembra meno inevitabile grazie al continuo rinnovamento innescato dal processo sinodale: Ecclesia semper reformanda. Quindi prendete i popcorn e lasciatevi sfidare da questo film. Dopo tutto, chi può sapere dove lo Spirito potrebbe condurvi attraverso le conversazioni che avrete dopo averlo visto?
Immagine: credit FilmNation Entertainment