L’Eucaristia come Centro del Cosmo
Per Approcciare il Mistero del Triduo Pasquale
Una Parola dal Deserto
“Poiché, ancora una volta, Signore, non più tra le foreste dell’Aisne1, ma nelle steppe dell’Asia, non ho né pane, né vino, né altare, mi eleverò al di sopra dei simboli fino alla pura maestà del Reale, e io, tuo sacerdote, ti offrirò sull’altare di tutta la Terra il lavoro e la pena del Mondo”.
(da La Messa sul Mondo, Pierre Teilhard de Chardin)
Pensate alll'oscurità più profonda che riuscite a immaginare. Fa freddo. Intorno a voi ci sono piccoli rumori di animali che non riuscite a vedere. Sono topi o scorpioni? La notte è stata fredda. Il vostro corpo si sente a pezzi. Stai diventando vecchio. Ieri hai lavorato troppo. La tua passione per la scienza ti ha portato lontano da ogni comodità terrena. E vi ha portato anche lontano dalla chiesa più vicina. State guardando verso est. Il cielo diventa blu scuro. Il paesaggio si presenta nelle tonalità del marrone e del grigio. Improvvisamente, i raggi del sole penetrano oltre le colline e tutto si immerge in una luce giallo-arancione. E poi il sole sorge da oltre l'orizzonte. Sorge quasi con la stessa lentezza con cui una volta avete visto un sacerdote alzare la Santa Eucaristia dopo la consacrazione. Assistere al sorgere del sole fa brillare il cuore, come l'elevazione dell'Eucaristia dopo la consacrazione. Conoscete bene questa sensazione. Siete un sacerdote. Volete celebrare l'Eucaristia, ma non c'è niente e nessuno con cui celebrarla. Non avete né pane né vino. Ma il desiderio dell'Eucaristia supera la praticità del momento. Il cuore si infiamma e iniziate a pregare...
Immaginiamo che sia stato così quello che ha vissuto Pierre Teilhard de Chardin. Più tardi, avrebbe messo per iscritto le preghiere pronunciate in quel momento. Esse divennero note come la "Messa del mondo". Senza pane e vino, Teilhard offrì a Dio l'intera creazione, chiedendo il dono della divinizzazione. Lungi dal cadere nel panteismo, questa esperienza mistica del gesuita francese ha toccato profondamente il cuore di tutti e tre i recenti pontefici nelle loro riflessioni sul valore dell'Eucaristia.
Nella sua enciclica Ecclesia de Eucharistia, Giovanni Paolo II, dopo aver elencato gli svariati posti dove ha celebrato la Messa nei suoi lunghi anni da sacerdote, mette in risalto il carattere cosmico della liturgia eucaristica riprendendo il pensiero di Teilhard: “Questo scenario così variegato delle mie Celebrazioni eucaristiche me ne fa sperimentare fortemente il carattere universale e, per così dire, cosmico. Sì, cosmico! Perché anche quando viene celebrata sul piccolo altare di una chiesa di campagna, l'Eucaristia è sempre celebrata, in certo senso, sull'altare del mondo. Essa unisce il cielo e la terra. Comprende e pervade tutto il creato” (Ecclesia de Eucharistia, 8).
Anche Benedetto XVI, allora cardinal Ratzinger, riprende il pensiero di Teilhard sottolineando come per lui l’Ostia consacrata è “anticipazione della trasformazione della materia e della sua divinizzazione nella ‘pienezza’ cristologica. L’eucaristia indica, per così dire, la direzione del movimento cosmico; essa anticipa il suo fine e allo stesso tempo spinge verso di esso”.
Infine, recentemente papa Francesco ha ricordato in Mongolia il centesimo anniversario della “Messa sul Mondo” il cui pensiero aveva già ripreso nella sua enciclica Laudato si’ dicendo che l’Eucarisita è “il centro vitale dell’universo, il centro traboccante di amore e di vita inesauribile” in quanto essa “è di per sé un atto di amore cosmico” (Laudato si’, 236).
L’augurio che vogliamo farvi per questo Santo Triduo è quello di vivere queste liturgie facendo tesoro del pensiero di Teilhard de Chardin come hanno fatto i papi che abbiamo citato. Cerchiamo di immergerci nella dimensione cosmica del Mistero Pasquale che celebriamo nella liturgia e in essa scorgeremo il Regno nuovo che viene già a trasfigurare la nostra esistenza e quella di tutto l’universo.
Buona Pasqua da fra’ Richard e fra’ Giovanni!
Una Parola da Rivolgere a Dio
Verbo sfavillante,
Potenza ardente,
o Tu che plasmi il molteplice
per infondergli la tua Vita,
abbassa su di noi, Te ne supplico,
le tue Mani potenti,
le tue Mani premurose,
le tue Mani onnipresenti.
Amen.
(Pierre Teilhard de Chardin)
Immagine di Venrike Artworks da Pixabay