La Guerra Giusta in un Mondo Ingiusto (1)
Dottrina Cattolica e Conflitti Moderni
Dopo gli orrori della Seconda Guerra Mondiale, la Chiesa cattolica ha sicuramente sviluppato il suo modo di parlare della guerra. A partire da Pio XII, la Chiesa ha insegnato chiaramente che le guerre di aggressione sono sempre immorali
Solo una guerra di difesa potrebbe essere moralmente ammissibile. Ma anche questa deve soddisfare condizioni molto rigide, normalmente chiamate criteri della “guerra giusta” (Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 500). Questi includono:
Il pericolo da cui ci si difende deve essere reale, grave e certo.
Devono essere state prima tentate tutte le soluzioni pacifiche.
Deve esserci una reale possibilità di successo.
La violenza utilizzata non deve causare un danno peggiore di quello che si cerca di fermare.
Queste condizioni mettono l’asticella della moralità di un conflitto armato molto in alto. E nel mondo di oggi, la Chiesa sembra dire che queste condizioni possono raramente essere soddisfatte.
Papa Francesco sulla Guerra Oggi
Papa Francesco, in Fratelli tutti, riconosce queste condizioni tradizionali della “guerra giusta”. Ma è anche chiaro che spesso vengono interpretate in modo troppo estensivo e quindi abusate.
Troppo spesso, le nazioni potenti distorcono le regole per giustificare attacchi “preventivi”, entrando in guerra sulla base della paura di ciò che un altro Paese potrebbe fare. Questo tipo di ragionamento è esplicitamente condannato dalla Chiesa (Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 501).
Francesco lo dice chiaramente:
‘In verità, «mai l’umanità ha avuto tanto potere su sé stessa e niente garantisce che lo utilizzerà bene». Dunque non possiamo più pensare alla guerra come soluzione, dato che i rischi probabilmente saranno sempre superiori all’ipotetica utilità che le si attribuisce. Davanti a tale realtà, oggi è molto difficile sostenere i criteri razionali maturati in altri secoli per parlare di una possibile “guerra giusta”. Mai più la guerra!’. (Fratelli tutti, 258)
Questo passaggio coglie il nocciolo della questione. Nel mondo moderno, la guerra è troppo pericolosa e troppo dannosa e così, troppo facilmente, destinata a sfuggire di mano.
La Tradizione sulla Guerra Giusta
La tradizione della guerra giusta risale a importanti santi e pensatori cristiani come Agostino e Tommaso d'Aquino. Ai loro tempi, le guerre erano più piccole, più contenute e, soprattutto, le armi erano molto meno distruttive. Tommaso d'Aquino pensava addirittura che la guerra potesse talvolta essere utilizzata non solo per difendere, ma anche per punire i misfatti e ristabilire la giustizia.
Ma il punto di vista della Chiesa è maturato. A partire da Papa Pio XII, la Chiesa ha fermamente rifiutato qualsiasi idea di guerra d’aggressione. Perché? Perché la storia dimostra che tali guerre non portano la pace, ma il caos. La devastazione causata dagli spargimenti di sangue del XX e XXI secolo hanno confermato la saggezza di questo rifiuto netto da parte della Chiesa.
Nuove Armi, Vecchie Vittime
La guerra moderna è diversa da qualsiasi cosa vista in passato. Bombe che radono al suolo intere città, droni che uccidono da un continente all’altro e armi chimiche o nucleari che potrebbero spazzare via intere popolazioni.
La guerra moderna, plasmata dal progresso tecnologico, causa gravi problemi morali poiché lo sviluppo di armi nucleari, chimiche e biologiche ha dato alla guerra «un potere distruttivo incontrollabile su un gran numero di civili innocenti» (Fratelli tutti, 258).
Le nuove forme di conflitto armato, come gli attacchi con i droni o le armi basate sull'intelligenza artificiale, possono sembrare più “pulite” o più “intelligenti”. Ma comportano gravi pericoli morali. Questi strumenti possono rendere troppo facile uccidere allontanano i soldati dalla violenza che infliggono, come se fosse tutto un videogioco.
La Chiesa insegna che la violenza non deve mai causare più danni di quelli che previene. Ma nei conflitti odierni ciò è quasi impossibile. Le vittime civili sono quasi garantite, indipendentemente dalla “precisione” delle armi utilizzate. Ciò che vediamo ogni giorno nei telegiornali ne è un'amara conferma.
Proporzionalità e Discriminazione
Una delle idee fondamentali del pensiero sulla guerra giusta è la proporzionalità, ovvero assicurarsi che la risposta alla violenza non vada troppo oltre. Ma alcuni pensatori oggi sostengono che la proporzionalità sia così difficile da definire e prevedere da poter giustificare quasi tutto.
È una strada pericolosa. La Chiesa ci ricorda che la proporzionalità deve proteggere la dignità umana, non solo valutare il successo militare rispetto alle potenziali perdite. Se una teoria giustifica la morte di innocenti in nome della strategia, allora ha perso la sua bussola morale.
La Chiesa insiste anche sul criterio della discriminazione: l'obbligo per i combattenti di distinguere tra obiettivi militari legittimi e civili innocenti. Ma le armi moderne, con la loro immensa potenza, rendono questo compito sempre più difficile.
Un Appello alla Pace
La Chiesa rifiuta quindi l'idea di guerra giusta? No. Ma ci invita a guardare alla guerra con uno sguardo più lucido e molto realismo. Le condizioni per una guerra giusta esistono ancora in teoria, ma non dovremmo pensare che possano essere facilmente soddisfatte nella pratica. E dovremmo essere onesti al riguardo.
Il Vangelo punta sempre alla pace. Come discepoli di Cristo, siamo chiamati ad essere operatori di pace. Nel nostro mondo di violenza high-tech, cuori induriti e indifferenza diffusa, questa chiamata non è mai stata così urgente.
Questo è il primo di una serie di tre articoli sull'insegnamento contemporaneo della Chiesa sui conflitti armati e la guerra giusta.
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