Il Buffone di Dio
San Filippo Neri, Apostolo della Gioia e della Santa Follia
“Figliuoli, state allegri. Siate umili, siate bassi.” Queste semplici parole di San Filippo Neri catturano lo spirito luminoso del santo che celebriamo il 26 maggio.
Conosciuto come l’“Apostolo di Roma”, Filippo Neri non era certo un uomo cupo. Ballava nelle piazze pubbliche, si radeva solo metà della barba e una volta sfilò per le strade con un mantello di pelliccia e la tonaca indossata al rovescio. Era felice che la gente ridesse di lui, gioioso di essere deriso e chiamato matto. Scherzava, stuzzicava e faceva smorfie durante incontri ufficiali, soprattutto quando qualcuno era tentato di trattarlo come un santo.
In effetti, la sua “santafollia” ha ispirato il titolo della biografia di Theodore Maynard, tradotta in italiano Il buffone di Dio. San Filippo credeva nella comunità, nell’umiltà e nel potere disarmante della gioia. La gioia, scrive Maynard, era per Filippo una delle vie più sicure per la santità perché scaturisce in modo naturale dalla vera umiltà. In altre parole, se vuoi essere santo, non prenderti troppo sul serio!
San Filippo era la prova che la santità non deve avere per forza un volto serio. A volte sorride, balla e capovolge il mondo — solo per ricordarci che il cielo, come la santità, è anch’esso pieno di gioia.
Immagine: Pieter Bruegel the Elder, The Wedding Dance (1566) from Wikimedia Commons
Proprio vero, fr. Giovanni! Possano le persone sempre andar via da un incontro con noi più allegre e più speranzose!