Genesi Digitale: una Storia della Creazione del nostro Universo Digitale
Dalle Bombe Nucleari agli Apostoli Digitali
Nella Relazione di Sintesi 2023 su una Chiesa sinodale in missione, i fedeli laici sono stati chiamati a evangelizzare la cultura digitale come "missionari digitali". Ispirandomi allo studio di George Dyson sulle origini dell'Universo Digitale, intendo affermare che il continente digitale è tutt'altro che sterile. Menti brillanti come Alan Turing si sono già confrontate con domande profonde sulla vita potenziale e sull'"anima" dei computer. Inoltre, cattolici come John von Neumann hanno svolto un ruolo fondamentale nella nascita del continente digitale.
La Genesi
Secondo George Dyson, esistono due tipi di miti della creazione. Da un lato, alcune culture raccontano di come tutto sia stato creato dal basso, dal fango. Dall'altro, alcune culture raccontano di come la creazione sia caduta dal cielo. Nell'indagine di George Dyson sulle origini dell'universo digitale, i computer sono venuti dal basso e i codici per programmarli sono caduti dal cielo. Il primo "Big Bang" dell'universo digitale si è verificato quando si è cominciato a distinguere tra numeri che hanno un significato, come "01100111 01100101 01101110 01100101 01110011 01101001 01110011" (la parola "Genesi" in codice ASCII), e numeri che fanno cose (i codici binari di una stringa di un codice informatico).
La Caduta
L'esistenza del continente digitale deve la sua esistenza a una serie di "Big Bang" significativi, anche se causati dall'uomo. Nessun computer o telefono cellulare si sarebbe potuto realizzare senza la detonazione di bombe nucleari durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale. Negli Stati Uniti, i primi computer furono inizialmente impiegati per calcolare il potenziale distruttivo delle bombe atomiche. Un computer, chiamato scherzosamente MANIAC, impiegò ben 60 giorni per calcolare i parametri di un'esplosione termonucleare nel 1951. L'accuratezza di questo calcolo è stata verificata attraverso due detonazioni nucleari nel Pacifico meridionale nel 1952 e nel 1954.
Françoise Ulam, citata in Dyson, afferma con acutezza: "È un'ironia del destino che gran parte del mondo high-tech in cui viviamo oggi, la conquista dello spazio, gli straordinari progressi in biologia e medicina, siano stati stimolati dalla monomania di un uomo e dalla necessità di sviluppare computer elettronici per calcolare se una bomba H potesse essere costruita o meno" (Dyson, p. 216).
Tuttavia, l'uso della potenza di calcolo dopo la guerra si è esteso alla previsione meteorologica, il che aveva un duplice scopo: da un lato, mirava a controllare le condizioni meteorologiche sviluppando computer in grado di effettuare tali calcoli; dall'altro, si cercava di migliorare la potenza di calcolo necessaria per il programma di armamento nucleare.
La terza applicazione dei primi computer riguardava la simulazione delle origini della vita, della coscienza e della riproduzione, questioni che ancora oggi ci lasciano perplessi. Quando si può considerare i computer "vivi"? Quando acquisiscono una coscienza indipendente o quando si riproducono autonomamente senza l'intervento umano? Le complessità si moltiplicano quando ci rendiamo conto che i codici informatici governano già le nostre vite, influenzando le nostre interazioni con i dispositivi mobili e le distrazioni che li accompagnano, come i telefoni cellulari.
L'Esodo
George Dyson sottolinea che la rivoluzione digitale deve gran parte del suo successo all'esodo di brillanti matematici e intellettuali dall'Europa, fuggiti dall'ascesa del fascismo (Barricelli) e del nazismo (Von Neumann). La conseguenza inaspettata dell'accoglienza di questi rifugiati fu che gli Stati Uniti ottennero un vantaggio decisivo nello sviluppo delle tecnologie fondamentali per vincere la guerra. Nel clima attuale, in cui le nazioni si sforzano di raggiungere l'eccellenza digitale e contemporaneamente chiudono le frontiere ai rifugiati, la preistoria del continente digitale indica una direzione alternativa. Rifugiati e migranti possono possedere le competenze essenziali per perseguire le proprie ambizioni.
Visionari, Profeti e Apostoli
Nel 1679, Gottfried Wilhelm Leibniz pubblicò un documento visionario che delineava il funzionamento di un computer digitale. Tuttavia, fu il polimatico John von Neumann a riunire i responsabili della creazione del quadro numerico alla base del continente digitale. Alan Turing, invece, fornì le prime anticipazioni sulle forme di vita digitali e sul modo in cui l'uomo avrebbe interagito con esse. Come ebbe a dire lui stesso: "Nel tentativo di costruire tali macchine, non dovremmo usurpare in modo irriverente il Suo potere di creare anime, così come non lo facciamo nel procreare bambini; piuttosto, siamo, in entrambi i casi, strumenti della Sua volontà che forniscono dimore per le anime che Egli crea" (Alan Turing, 1950, citato in Dyson, p. 243).
Dialogo interreligioso
Tra gli architetti del continente digitale, John von Neumann, spesso considerato "l'uomo più intelligente del mondo", si distinse per la sua conversione al cattolicesimo. All'inizio degli anni Trenta, nel mezzo dell'ascesa del nazismo in Germania, Von Neumann abbracciò la religione cattolica. Questa decisione sorprese i suoi amici e colleghi, che la considerarono più come una scelta opportunistica e non realmente motivata dalla fede. Tuttavia, verso la fine della sua vita, Von Neumann si impegnò in ampie conversazioni con un monaco benedettino e poi con un sacerdote gesuita. Mentre il fratello respingeva l'idea di John come uomo di fede, la figlia Marina offriva una prospettiva alternativa: "Mio padre mi disse una volta, con tante parole, che il cattolicesimo era una religione molto dura in cui vivere, ma era l'unica in cui morire. E in qualche parte del suo cervello sperava davvero che potesse garantire una sorta di immortalità personale. Questo era in conflitto con altre parti del suo cervello, ma sono sicuro che aveva in mente la scommessa di Pascal" (Marina, cit. in Dyson, p. 272).
John von Neumann morì l'8 febbraio 1957, segnando la fine di un'epoca. La rivoluzione digitale si stava gradualmente allontanando dal controllo governativo e accademico per passare nelle mani di giganti aziendali come IBM. L'impatto della commercializzazione sul continente digitale e sulla sua cultura in evoluzione è un argomento che merita un'altra esplorazione approfondita, forse in un futuro libro o in un articolo su questo blog.
Immagine di Gerd Altmann da Pixabay