Diventare Santi da Dentro a Fuori (2)
Grazia, trasformazione e il cuore della virtù
Il Dono della Grazia
Ci sforziamo sinceramente di essere più pazienti, più gentili, più fedeli. Eppure, spesso ricadiamo in vecchie abitudini e nello scoraggiamento. Questa tensione è esattamente ciò con cui la tradizione cristiana si confronta da secoli: l’interazione tra il nostro impegno e la grazia di Dio.
Dal punto di vista protestante (come emerge ad esempio nel lavoro di Pieter Vos), c’è una profonda consapevolezza della fragilità umana e la convinzione che dipendiamo totalmente dalla grazia divina, che ci viene incontro “dall’esterno”. Non possiamo perfezionarci con le nostre sole forze. Abbiamo bisogno di aiuto—un aiuto che sostiene, guarisce, perdona. È un’idea che risuona profondamente in chiunque abbia mai tentato (e fallito) di superare un vizio radicato.
Nel pensiero cattolico, però, autori come Tommaso d’Aquino e Yves Congar introducono una sfumatura importante: la grazia non è solo un’assistenza esterna. In quella che Tommaso chiama gratia infusa, la grazia viene riversata dentro di noi, trasformando il nostro essere interiore in modo che diventiamo progressivamente capaci di vera virtù. È una trasformazione profonda: dall’interno verso l’esterno, veniamo rinnovati non per sforzo di volontà, ma per l’amore divino che agisce in noi.
Regole o Relazione?
A questa visione si collega una rinnovata comprensione della legge di Dio. Invece di considerare i comandamenti come regole esterne e limitanti, la tradizione cattolica—soprattutto nella riflessione di Joseph Ratzinger (Papa Benedetto XVI)—li presenta come espressione dei nostri desideri più profondi verso il bene. Se siamo stati creati con un’innata tensione verso la verità, la bellezza e la bontà, allora i comandamenti non sono tanto recinti, quanto indicazioni. Ci guidano verso la libertà, la felicità, e infine, l’amore.
In sostanza, la vita buona non è questione di legalismo, ma di scoprire e vivere il telos—il fine ultimo—che Dio ha inscritto nella nostra natura. La virtù fiorisce quando il rinnovamento interiore incontra un orientamento esteriore.
La Libertà Attraverso la Grazia
Il cuore di questa visione integrale può sorprendere: non sono le regole a soffocare la libertà, ma il peccato. È la grazia che ci libera, permettendoci di essere trasformati da individui impauriti o centrati su sé stessi in persone capaci di amare spontaneamente. È questo che Congar e Tommaso chiamano divinizzazione: non che diventiamo dèi in senso grandioso, ma che partecipiamo, in Cristo, a una vita più grande di noi stessi.
Tradurre in Vita Quotidiana
Tutto ciò potrebbe sembrare ancora astratto. Come metterlo in pratica nel quotidiano? Iniziamo riconoscendo i momenti di fallimento come occasioni per invitare la grazia nei nostri cuori. Notiamo quando siamo impazienti o scortesi e chiediamo a Dio un rinnovamento interiore che trasformi chi siamo, non solo ciò che facciamo. Col tempo, come l’acqua che modella la roccia, la grazia di Dio plasma il nostro carattere—silenziosamente, con costanza.
Parlando di santità, allora, non ci riferiamo solo ai “grandi gesti”, ma a tutti quei piccoli “sì” che ogni giorno offriamo all’amore trasformante di Dio. È un processo che ci forma dall’interno, rendendoci capaci di amare come ama Cristo.
Questa è la seconda di tre riflessioni sulla virtù e la santità quotidiana, tratte da una conferenza che fr. Richard ha tenuto in occasione della presentazione dell’edizione olandese del libro di Pieter Vos sull’etica delle virtù in chiave Protestante nel marzo 2025.