Chi di noi si รจ commosso almeno una volta guardando il film Viaggio in Inghilterra (Shadowlands, 1993) non avrร potuto dimenticare lโinaspettata storia dโamore tra lo scrittore inglese C. S. Lewis e la poetessa americana Joy Davidman. Il loro fu un matrimonio breve, a causa della malattia terminale di lei, e certamente peculiare sotto molti aspetti. Ciรฒ che magari color che hanno guardato il film non conoscono รจ invece lโimmenso doloro che Lewis ha vissuto dopo la morte della moglie e lo sforzo doloroso per recuperare un briciolo di serenitร con sรฉ stesso e con Dio dopo quella tragica separazione.
Lโautore de Le Cronache di Narnia ci offre uno spaccato di questo periodo cosรฌ travagliato nel suo libro Diario di un dolore (cit. da ed. originale A Grief Observed, Harper San Francisco, 1996), che non รจ altro che una raccolta di pensieri dai suoi diari di quel periodo. Tanti sono gli spunti che si possono prendere dalle acute e personalissime riflessioni dellโautore e questo me lo fa consigliare specialmente a chiunque stia attraversando la perdita di un proprio caro.
Ciรฒ su cui vorrei soffermarmi con voi in questo post รจ il graduale passaggio di Lewis da un clima interiore dominato dallโassenza assordante della persona amata e anche di Dio a una condizione invece decisamente piรน carica di speranza e consolazione.
Non nego di aver letto con una certa sorpresa i dubbi radicali su Dio che Lewis esprime in queste pagine a motivo del suo dolore lancinante. Per chi lo conosce come il grande apologeta che ha difeso con semplicitร e chiarezza la fede, trattando con una certa agilitร persino il mistero del male, espressioni come la seguente suscitano certamente un certo stupore:
"La conclusione che temo di raggiungere non รจ โQuindi, dopo tutto, non cโรจ nessun Dioโ, ma โQuindi รจ questo ciรฒ che Dio รจ veramente. Smetti di ingannartiโโ. (pp. 6-7)
Tuttavia, penso che dobbiamo affermare francamente che non cโรจ niente di male nellโesprimere i dubbi che ci lacerano in un preciso momento. Lewis non รจ da considerare da meno come pensatore credente a motivo di ciรฒ; anzi, tutto il contrario! Lโ onestร e la luciditร con cui esprime il suo malessere interiore sono infatti segno della maturitร della sua vita spirituale e di quanto il rapporto con Dio e la dimensione profonda della vita gli stia a cuore.
Infatti, tale maniera cosรฌ franca e accorata di parlare a Dio e di Dio in queste situazioni รจ spesso una tappa obbligata e salutare per lโelaborazione di un lutto. Questo vale anche se quello che riusciamo a sentire quando invochiamo Dio รจ una porta chiusa in faccia, come dice Lewis in questo altro passaggio:
"E intanto, dovโรจ Dio? Di tutti i sintomi, questo รจ uno dei piรน inquietanti. Quando sei felice, cosรฌ felice che non avverti il bisogno di Lui, cosรฌ felice che sei tentato di sentire le Sue richieste come unโinterruzione, se ti riprendi e ti volgi a Lui per ringraziarlo e lodarlo, vieni accolto (questo almeno รจ ciรฒ che si prova) a braccia aperte. Ma vai da Lui quando il tuo bisogno รจ disperato, quando ogni altro ย aiuto รจ vano, e che cosa trovi? Una porta sbattuta in faccia, e il rumore di un doppio chiavistello allโinterno. Poi, il silenzio. Tanto vale andarsene. Piรน aspetti, piรน il silenzio ingigantisce. Non ci sono luci alle finestre. Potrebbe essere una casa vuota. ร mai stata abitata? Un tempo, lo sembrava. Ed era una impressione altrettanto forte di quella di adesso. Che cosa significa? Perchรฉ il Suo imperio รจ cosรฌ presente nella prosperitร , e il Suo soccorso cosรฌ totalmente assente nella tribolazione?โ. (pp. 5-6)
Il quadro che emerge da questo stralcio della via interiore di Lewis sembra essere dei piรน tragici, uno spaccato di disperazione senza mezze misure. ร vero che uno delle massime chiave della vita spirituale รจ di prepararsi durante i tempi di prosperitร a quelli di desolazione, ma รจ anche vero che la vita puรฒ superarci a tal punto che semplicemente non ce la si fa. E, francamente, penso che sia giusto ammetere che sia cosรฌ.
Cosa fare perรฒ a quel punto? Ritendo che dovremmo ricordarci allora di un altro principio cardine della vita dello spirito che รจ quello di pazientare nella tempesta, resistendo โsaldi nella speranza contro ogni speranzaโ (Rm 4, 18), quali che siano i nostri sentimenti. In altre parole: darsi tempo. Alla fine, come vediamo nella prossima citazione di Lewis, qualcosa di positivo inizia a sbocciare di nuovo dentro di noi:
"A poco a poco ho cominciato a sentire che la porta non รจ piรน sprangata. ร stato il mio delirante bisogno a sbattermela in faccia? Forse, quando nellโanima non hai nulla se non un grido di aiuto, รจ proprio allora che Dio non puรฒ soccorrerti: sei come uno che annega e non puรฒ essere aiutato perchรฉ annaspa e si aggrappa alla cieca. Forse le tue stesse continue grida ti rendono sordo alla voce che speravi di sentire. Perรฒ รจ stato detto: ยซBussate e vi sarร apertoยป. Ma bussare significa dare pugni e calci alla porta come un invasato? E anche: ยซA chi ha sarร datoยป. Dopotutto, a chi non ha la capacitร di ricevere, neanche lโonnipotenza puรฒ dare. Forse il tuo stesso smaniare distrugge temporaneamente questa capacitร โ. (p. 46)
Ecco qua ritornare lโintelligenza brillante dellโautore che non si smentisce nel suo acume neanche quando si tratta di leggere sรฉ stesso. Infatti, Lewis suggerisce che, forse, quando crediamo che Dio non ci risponda, in realtร siamo noi a essere troppo assordati dalle nostre urla interiori per poter sentire la Sua voce. Nulla di cui colpevolizzarsi ancora una volta, ma forse un motivo ragionevole per cui ci troviamo di fronte a questo Dio apparentemente insensibile al nostro grido.
Forse, perรฒ. Lewis insiste a specificare questo โforseโ. Sรฌ, perchรฉ di fronte al grande mistero del male che si affaccia improvviso nelle nostre vite o al perchรฉ Dio non faccia sentire la sua consolazione in una maniera piรน tangibile non possiamo pensare di dare grandi risposte. Molto spesso neanche piccole risposte. Finchรฉ non vedremo faccia a faccia (cfr. 1Cor 13, 12) e camminiamo ancora nella nube luminosa della fede dobbiamo accontentarci di mettere le nostre domande davanti a Dio. Semplicemente questo.
Anche su questo atto di abbandono, perรฒ, Lewis ci dร unโindicazione per viverlo con speranza:
"Quando pongo queste domande davanti a Dio, non ricevo nessuna risposta. Ma รจ un ยซnessuna rispostaยป di tipo speciale. Non รจ la porta sprangata. Assomiglia piuttosto a un lungo sguardo silenzioso, e tuttโaltro che indifferente. Come se Lui scuotesse il capo non in segno di rifiuto, ma per accantonare la domanda. Come a dire: ยซZitto, figliolo; tu non capisciยปโ. (p. 69)
Certamente non potremo capire tutto, ma almeno siamo sicuri che Dio si rivolga a noi chiamandoci โfiglioโ.
Foto del Magdalene College (Oxford) di Giovanni Castellano