Ieri era la memoria di San Giustino martire. Ma siccome era domenica, è passata in secondo piano. Eppure, penso davvero che il suo pensiero meriti due minuti della nostra attenzione.
Giustino era un filosofo del II secolo. Dopo aver cercato la verità tra diverse scuole di pensiero, l’ha trovata in Cristo. Ma non ha buttato via tutto ciò che c’era prima: ha capito che il Verbo — il Logos di Dio — aveva già seminato ovunque frammenti di verità . E nasce così la dottrina dei semina Verbi, i semi del Verbo.
Scrive: «Tutto ciò che è stato detto giustamente da chiunque appartiene a noi cristiani» (Seconda Apologia, 13). Cioè: se una cosa è vera, buona e bella è già un riflesso di Cristo — anche se chi la dice non lo conosce ancora.
Il Concilio Vaticano II ci invita pure a uno sguardo di questo tipo:
«[Q]uanto di buono si trova seminato nel cuore e nella mente degli uomini o nei riti e culture proprie dei popoli, non solo non vada perduto, ma sia purificato, elevato e perfezionato a gloria di Dio» (Lumen Gentium, 17).
Oggi proviamo a fare proprio questo: meno giudizi, più ascolto. Più sguardo aperto. Più fiducia che lo Spirito agisca davvero, anche fuori dai nostri schemi. Anche dove meno me l’aspetto.
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