Ascoltare la Voce di Qualcuno
Il ruolo della letteratura nella formazione secondo papa Francesco
Temendo che possa essere passato inosservato a causa della tipica distrazione che i mesi estivi portano con sé, vorrei attirare la vostra attenzione su alcuni punti della “Lettera del Santo Padre Francesco sul ruolo della letteratura nella formazione”.
Il documento, pubblicato il 17 luglio scorso, è una vera perla del Magistero che il papa aveva pensato, dapprima, solo per i candidati al presbiterato, ma che ha poi voluto allargare a tutti senza distinzione. Il potere della letteratura, come vedremo, è capace di segnare la crescita di qualunque individuo a prescindere del cammino di vita che si stia intraprendendo.
Più che uno svago
Il papa inizia cercando di scardinare l’idea che la letteratura non sia niente più che un divertissement in mezzo ai tanti altri che si trovano sul mercato contemporaneo. Questo è particolarmente vero nel contesto della formazione al sacerdozio dove, a parte rare eccezioni, la letteratura non sembra ricoprire alcun ruolo significativo.
Francesco invita a invertire la rotta a questo proposito sostenendo che "è necessario considerare e promuovere la lettura dei grandi romanzi come una componente importante della paideia sacerdotale" (23). Per molti, infatti, la risposta alla seguente domanda è tutt’altro che scontata: perché un cristiano e specialmente un seminarista dovrebbe affiancare alla preghiera del Rosario la lettura di un classico come “Delitto e castigo” o persino di qualche saga fantasy come Harry Potter?
Leggere fa bene alla salute!
Un primo piano di risposta riguarda una verità che conosciamo un po’ tutti, ma che faremmo sempre bene a ripeterci: leggere fa bene! "Molti scienziati sostengono che l’abitudine a leggere produca molti effetti positivi nella vita della persona: la aiuta ad acquisire un vocabolario più ampio e di conseguenza a sviluppare vari aspetti della sua intelligenza. Stimola anche l’immaginazione e la creatività" (16).
Oltre a evidenziare questi oggettivi benefici psicologici, il papa cita Marcel Proust per affermare come la lettura di romanzi ci permetti di arricchire il nostro bagaglio esperienziale in una maniera unica e con un’abbondanza di sfaccettature altrimenti impossibile: “I romanzi scatenano «in noi nello spazio di un’ora tutte le possibili gioie e sventure che, nella vita, impiegheremmo anni interi a conoscere in minima parte […]” (18). E ancora, con le parole di C.S. Lewis, “leggendo le grandi opere della letteratura divento migliaia di uomini e, allo stesso tempo, rimango me stesso” (18).
Guarire le emozioni
A un livello più profondo, ciò che la letteratura è capace di fare per noi è quello che il papa chiama “il compito di guarire e di arricchire la nostra sensibilità” (22). Egli cita infatti lo scrittore cristiano T.S. Eliot che denunciava una diffusa “incapacità emotiva” come la causa principale della crisi religiosa contemporanea, “incapacità di tanti di emozionarsi davanti a Dio, davanti alla sua creazione, davanti agli altri esseri umani” (22).
Di fronte al tanto discutere che si fa sulla necessità di una formazione umana integrale per tutti, e specialmente per i candidati al sacerdozio, non si dovrebbe sottovalutare la capacità della letteratura di nutrire la nostra intelligenza del cuore, donandoci una sempre più profonda grammatica emotiva. Il tutto, poi, quasi per osmosi, con la piacevolezza, ma anche con la fatica, che solo una buona lettura può provocare!
Leggere, ascoltare e discernere
I benefici formativi della letteratura per l’individuo hanno dirette ripercussioni sulla maniera di rapportarci agli altri e di discernere la realtà. Attingendo a un’espressione di Jorge Luis Borges, il papa definisce la letteratura come “ascoltare la voce di qualcuno” (20); quindi come una dinamica relazionale capace di farci uscire da noi stessi e quindi arricchirci. Il frutto di questa relazione instaurata attraverso la lettura è il “vedere con gli occhi degli altri”, una citazione di C.S. Lewis con la quale il papa descrive il processo di crescita nell’empatia che la lettura può generare. Solo attraverso questa profonda e sincera immedesimazione con l’altro siamo poi capaci di vera “solidarietà, condivisione, compassione e misericordia” (34).
Questi due estremi, “ascoltare la voce di qualcuno”e “vedere con gli occhi degli altri”, sono rispettivamente l’inizio e la fine di un percorso formativo adatto a tutti in cui la letteratura può risultare un mezzo salvifico per molti inaspettato. Lasciamoci coinvolgere dalle trame intessute dagli scrittori per sperare anche per la nostra vita un finale tanto inedito quanto lieto.
Amo molto leggere e ri ringrazio perché mi ero persa questa lettera di papà Francesco